La vita è come una visita alla National Gallery, ho pensato.
Ci entri gratis, e in genere non sai bene quello che ti aspetta là dentro.
Quando ci sei, ti ritrovi fra una gran varia umanità, e non fai che cercare il tuo posto lì in mezzo.
Ti guardi intorno. Chi c’è?
C’è chi segue con pedissequa attenzione il percorso previsto, e chi a un certo punto si stanca e vaga a caso.
C’è chi ha bisogno di essere informato su tutto prima di proseguire di sala in sala, e chi invece si lascia trascinare dall’emozione che ogni quadro trasmette.
C’è chi è così impegnato a pensare di dover far tutto in tempo che dà solo una rapida occhiata alle pareti e prosegue frettoloso, e chi magari si innamora di una singola opera, quella sola, e rimane per ore a scrutarla con dedizione, senza accorgersi del tempo che passa.
C’è chi ha studiato per capire ciò che vede, e ne gode, e chi è meno esperto ma da alcune opere si sente davvero visto e capito.
C’è chi si perde un capolavoro perché è stanco o distratto, e chi invece sente la sua attenzione contesa dalle opere famose, come troppi vecchi amici ritrovati all’improvviso.
C’è chi affronta questo viaggio in solitudine, serena o angosciosa, chi in coppia, serrata o rilassata, e chi nel baccano di una famiglia allegra o astiosa.
C’è chi si perde e si ritrova, o chi lo ripesca qualcuno e lo porta con sé.
C’è chi si porta dietro un bagaglio pesante e chi ha lasciato pure il giaccone al guardaroba, pur di avere il minimo ingombro.
C’è chi ha bisogno di vedere tutto coi suoi occhi e chi capisce tutto solo tramite lo schermo del suo cellulare.
C’è chi vorrebbe percorrere con somma lentezza ogni stanza, per paura che quel percorso finisca troppo presto, e chi invece se ne va spedito e lieto, curioso di sapere cosa c’è oltre la fine.
Una gran varia umanità incontri per le sale che attraversi in questa visita, quindi.
Che sia breve o lunga non importa: sai che comunque prima o poi finirà, questo è sicuro.
Ma se ti andrà bene, ti capiterà di rivolgere gli occhi al pavimento, al momento esatto dell’uscita, e di trovare un “rest and be thankful” ad attender proprio te.
E forse è tutto ciò che conta.