Chi visita Trieste può farlo per molti motivi.
Ve ne propongo tre: perché ama il mare e tutto ciò che lo riguarda; perché ha letto di recente “La coscienza di Zeno” ed è affascinato dall’inquieta figura del suo autore triestino; oppure perché, semplicemente, ama visitare città di frontiera che abbiano un centro imponente, una storia travagliata e un’anima piena di contraddizioni.
Chi ama il mare non potrà certo farsi sfuggire la manifestazione velica più importante di Trieste (e non solo): parliamo della celebre “Barcolana”!
Giunta alla sua 52esima edizione nel recente e disastrato 2020 (edizione che tra l’altro è stata rimandata, all’ultimo momento, a causa del maltempo), questa regata vede la partecipazione di un numero incredibile di natanti, che ogni anno, nella seconda domenica di ottobre, si ritrovano nel golfo triestino per affrontare la bora più sferzante (la “bora nera”, come viene definita dai triestini) o la più immobile bonaccia. Caratteristica peculiare della regata è, comunque, di essere rivolta a qualunque imbarcazione, di professionisti come di privati, riuniti durante quest’evento semplicemente dalla passione per il mare.
E se si parla di Trieste, l’altra grande protagonista, a fianco del mare, è certo la Bora: questo vento continentale, secco e freddo, è una sorta di cittadino onorario, una presenza invisibile eppure fondamentale per la città, al punto che proprio a questo vento impetuoso è dedicata una festa, dal nome chiaramente evocativo di BoraMata, e un grazioso, originale museo, il Museo della Bora, a cui, chi vuole può pure regalare il suo vento “in scatola”.
Chi invece vuole vivere Trieste ricordandola in qualità di punto d’incontro per i più importanti intellettuali del secolo scorso, non dovrà faticare: basterà che percorra le vie del centro, infatti, per imbattersi nelle riproduzioni bronzee a grandezza naturale di poeti e scrittori quali Saba, Joyce o Svevo, che paiono passeggiare ancora in giro per la città, al nostro fianco. Quasi a sospingere, infine, il meravigliato ospite a prendersi una pausa nel più storico bar di Trieste: il famoso “Caffè San Marco”, dove le atmosfere calde e accoglienti del passato possono far rivivere, almeno per il tempo di un caffè, l’antico prestigio culturale cittadino.
Una sola raccomandazione: in città il caffè è preso molto sul serio, e si manifesta in tutta la sua bontà sfoggiando una moltitudine di varianti, dai nomi assai precisi. Ad esempio, se qua vi trovate a volere un espresso, non dimenticate di chiedere un “nero”, altrimenti il cameriere non saprà cosa portarvi!
Infine, chi vorrà semplicemente ammirare Trieste nel suo splendore paesaggistico e monumentale, potrà passeggiare dal Faro della Vittoria alla romanica e suggestiva Chiesa di San Giusto (patrono della città); dall’antico teatro romano al fiabesco Salone degli Incanti, fino alla vicina, grandiosa e lucente, Piazza dell’Unità. Oppure potrà costeggiare il golfo dall’ottocentesca stazione-museo al lussureggiante (anche se fuori mano) Castello di Miramare, da dove è possibile godere di un meraviglioso, anche perché inconsueto, tramonto sull’Adriatico.
Qualunque motivo si scelga per visitare Trieste, alla fine è comunque certo che questa città vi rimarrà nel cuore. Nessuno, infatti, potrà ignorare l’unicità del capoluogo friulano e il fascino della sua intima contraddizione: quella di essere una città di stampo mitteleuropeo però con vista sul mare.